Sul mercato finanziario dal 1924, i buoni fruttiferi postali (BFP) sono da sempre considerati uno dei capisaldi del risparmio all’italiana, complici i rendimenti piuttosto interessanti dei quali hanno goduto gli investitori degli anni Ottanta e Novanta e il rischio relativamente basso che comportano.
Questi prodotti finanziari non esistono più ed hanno lasciato problematiche insorte, relativamente agli interessi che questi buoni fruttiferi hanno maturato nel corso degli anni.
La questione riguarda il calcolo degli interessi e la loro liquidazione a favore del cliente, in quanto le Poste Italiane applicano la ritenuta d’acconto sulla maturazione degli interessi, di anno in anno.
Se le somme degli interessi non vengono liquidate di anno in anno, evidentemente la ritenuta d’acconto non va trattenuta anno per anno ma va calcolata solo alla fine del periodo e, cioè, quando il cliente decide di incassare i BFP.
questa differenza tra il momento del calcolo della ritenuta da parte delle Poste Italiane ed il momento dell’effettivo incasso, porta ad una differenza a credito per il cliente che può essere richiesta all’Istituto emittente.
Se sei in possesso di un BFP, ci sono tre diverse opzioni a tua disposizione: